1959 - Il tempo si è fermato sul campanile di San Lorenzo

 

       A Portovenere il tempo si è fermato. Sul massiccio campanile di San Lorenzo, torreggiante sul caratteristico borgo ligustico del 1113, le lancette sono ferme (da anni) sul quadrante ad una certa «ora X» della sua lunga storia, né vi è sentore ch’esse siano rimesse in moto, in un quadrante opportunamente rimodernato. I vecchi se lo ricordano in azione: rientrando il mattino dalla pesca notturna di stagione, appena entrati nelle Bocchette di S.Pietro, il loro primo sguardo andava alla «torre delle ore», lo tenevano d’occhio i barcaiuoli, le donne ed i ragazzi sulla spiaggia, all’avvicinarsi del minestrone di mezzogiorno. Ora il tempo sì è fermato, sulle memorie, sui costumi e sui monumenti d’allora! Si fanno progetti, si danno speranze; ma tutto procede con orientale lentezza. Ogni anno, chi ritorna all’incantevole soggiorno trova tutto come prima, tutto fermo, come le lancette della torre campanaria...
       Meglio così, dice un vecchio «aficionados»: «Per mio conto, preferivo Portovenere di cinquant’anni fa. Meno automobili (specie sulle calate), meno motoscafi di lusso a scorrazzare sulla baia, meno musiche e danze sotto le finestre, fino a tarda ora nella notte!». Che farci? Sono i portati del cosiddetto progresso e le conseguenze della civiltà del petrolio! Cinquant’anni fa Portovenere era isolato dal mondo, non aveva acquedotto ed elettricità e mancava di tante altre cose... Bisogna adeguarsi ai tempi, ma con intelligenza ed organizzazione. Così, come fu già scritto autorevolmente su queste colonne, non appare né razionale né possibile trasformare il vecchio borgo medioevale — un gioiello pittorico, unico nel suo genere — in soggiorno turistico modernamente attrezzato, se non espandendo gradualmente tali attività verso le calanche dell’Olivo e dell’isola Palmaria.
       Quest’ultima fu già, con i suoi vigneti ed i suoi uliveti, il polmone benefico di Portovenere ed è ora la «grande dimenticata» del Golfo: i suoi pochi boschi residui facile esca agli insensati turisti «incendiarii». E ci si domanda perché mancano nel nostro Golfo quei provvidi cartelloni ammonitori dei pericoli d’incendio, che il ministero dell’Agricoltura e Foreste ha saggiamente diffuso per i boschi della penisola? Forse nostri nipoti vedranno la nuova Portovenere turistica dal più ampio respiro, ed il borgo tagliato sul portoro acquisterà ancora una volta la tranquillità, che fu delizia dei castigati villeggianti di un tempo. Forse quel giorno avrà termine anche il disagio che si verifica attualmente nel piccolo porticciuolo, dove riesce ormai impossibile ormeggiare anche una piccola imbarcazione (a Riomaggiore l’autorità sta provvedendo con attrezzature adeguate) e sulle calate il cui spazio limitato a Portovenere è stranamente conteso fra le barche, le automobili e... i tavoli delle trattorie!

 
     
     

  

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